L’arte è sempre stato coerente con le cose que stavano accadendo nel mondo e quando le cose sono andate male, anche l’arte si è risentito e riflettendolo in modo ovvio. I conflitti di guerra hanno influenzato il modo di vivere delle persone e gli artisti non sono sfuggiti a tutto ciò.
Le opere o i periodi di guerra in cui sono stati condotti questi conflitti armati hanno avuto una forza speciale per mostrare quel terrore, nella maggior parte dei casi velato, ma molto diretto, dell’orrore che l’umanità stava scatenando in quel momento. E pochi esempi sono chiari di tutto ciò come quello della Grande Guerra, in seguito conosciuta come Prima Guerra Mondiale, che si sviluppò nella seconda metà degli anni ’10 e fu una vera e propria prova per gli artisti d’avanguardia.
Non è un caso che l’avanguardie più estreme, raccolte all’interno del movimento surrealista, siano diventate forti dopo lo scoppio della Grande Guerra in Europa. Erano artisti che cercavano l’astrazione, liberandosi dai vincoli della ragione umana che sembravano essere stati oscurati dalla guerra e dal desiderio di potere, per sfuggire al mondo onirico e impossibile, molto più appetibile del mondo reale, crudele, grigio e scuro che ha presentato l’era postbellica. Un decennio fa, il famoso museo Thyssen Bornemisza di Madrid teneva una mostra temporanea sull’influenza della Grande Guerra sull’avanguardia artistica, con un successo più che notevole.
Artisti che hanno interpretato questo periodo storico
Un secolo dopo della Grande Guerra che senza dubbio cambiò completamente l’Europa, il Museo Thyssen voleva realizzare questa mostra per mostrare tutto l’impatto che questa importantissima guerra ebbe sull’arte del tempo, specialmente nelle avanguardie, formato da quegli stili e generi che si sono allontanati dal solito, dall’accademico, alla ricerca di un’arte più emotivo, più puro e basato sul subconscio. L’idee e la psicoanalisi di Freud furono un’influenza brutale per queste avanguardie, che furono raccolte nel Surrealismo, il cui manifesto André Breton pubblicò nel 1923.
All’interno della mostra Thyssen Bornemisza troviamo molti importanti artisti dell’epoca, come Fernand Léger, Otto Dix, Franz Marc, Wyndham Lewis o Max Beckmann. La maggior parte di loro tedeschi o francesi, cittadini dei paesi che furono maggiormente coinvolti in questa Grande Guerra che influenzò così tanto la sua arte. Il surrealismo delle opere di Marc o Dix è particolarmente inquietante quando mostra in loro la devastazione della guerra e tutto il male e la distruzione che un tale conflitto può causare. Le opere di quasi 70 artisti sono state esposte nel museo per diversi mesi, dando una prospettiva molto concreta di come l’arte fosse compreso in quei giorni.
Cosa troveranno gli utenti nella mostra
La Grande Guerra influenzò in modo decisivo quegli artisti, alcuni dei quali vissero persino in prima persona, le battaglie de la guerra. Altri avevano “più fortuna” ed erano esenti dal combattimento fuggendo in altri luoghi, ma la devastazione era comune a tutti. La cosa interessante del legame tra la Grande Guerra e l’avanguardie del surrealismo è che questo tipo di lavoro era basato più sulle emozioni che sulla pura rappresentazione pittorica, e che li ha resi ai nostri giorni perfettamente comprensibili e preziosi per la nostra società, che sfortunatamente, non è ancora sfuggito alle guerre.
Il surrealismo stava scavando nelle emozioni più primitive per mostrarle senza legami, attraverso alcuni disegni che non cercano di rappresentare un’immagine concreta, ma piuttosto muovono un’emozione, soprattutto oscura e negativa, perché dopo tutto parlava una guerra in cui milioni di persone stavano morendo. Le oltre duecento opere esposte nel museo danno anche una visione globale del conflitto visto dall’artista di entrambe le “parti”, il che è anche estremamente interessante perché non ci vuole molto per arrivare alla triste conclusione che la paura e il dolore sono gli stessi da una parte e dall’altra dei confini.
Comprendi la guerra attraverso l’arte
L’arte non serve solo a stregare, ma anche a spiegare le cose, a portare le emozioni a un nuovo livello ed esprimerle in un modo che sarebbe impossibile ottenere da qualsiasi altra maniera. L’arte è audace e innovativo, perché deve esserlo per natura. L’arte ritrae un’epoca con una visione idealizzata, ma anche macabra e oscura quando i tempi non sono così rosei. Il modo di comprendere la guerra attraverso l’arte diventa una delle migliori formule per comprendere tutto ciò che è stato un conflitto per coloro che l’hanno sofferto.
La pittura è sempre stata una delle arti più legate a questo tipo di rappresentazione, specialmente nel ventesimo secolo, dove l’angoscia dei conflitti continui è fatto sì che apparsero dipinti orribili che sembravano presi dai più cattivi incubi degli artisti. Avevano quel valore e quel dono di trasformare l’orribile in bello attraverso l’arte, e lo usavano per ottenere una maggiore rappresentazione di quella realtà che vivevano, che non è solo trasmessa attraverso le notizie, ma anche da opere che generano emozioni in il pubblico anche un secolo dopo di essere stato concepite.
Prima guerra mondiale del 1914 che ispirò gli autori dell’epoca
Normalmente lasciato in secondo piano per tutto ciò che accadde poco dopo la seconda guerra mondiale, la Grande Guerra, come era noto prima dell’arrivo del nazismo, fu il primo grande conflitto globale nella storia, sebbene i suoi partecipanti fossero limitati al continente europeo. I tedeschi, insieme agli austro-ungarici e agli italiani, videro il loro volto con la triplice Intesa formata dal Regno Unito, dalla Francia e dall’Impero russo. Il conflitto è durato quattro anni, dal 1914 al 1918, e ha colpito gran parte dell’Europa centrale con migliaia di morti e molte distruzioni in una guerra mai vista prima.
Ovviamente, di fronte a un conflitto di queste dimensioni, gli artisti non sono rimasti da parte e sono stati anche influenzati da tutte le devastazioni che la guerra stava causando. Ciò si rifletteva nelle sue opere, che rimasero la testimonianza emotiva di tutta quella barbarie e che oggi sono ancora considerate autentiche opere d’arte non solo per ciò che rappresentano, ma anche per tutto ciò che sono in grado di trasmettere con libertà assoluta che è sempre stato l’obiettivo primario dell’avanguardia.